“Mio padre amava i giovani e a loro guardava come riferimento per il suo progetto di legalità, contro la mafia, contro il radicamento facile della criminalità organizzata, sicuro del fatto che con la cultura, l’istruzione e scelte diverse si può sconfiggere un male apparentemente inarrestabile.”

Così Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo Borsellino, a Vigolzone in un incontro emozionante organizzato dal Comune e rivolto alle scuole. Nel palazzetto dello sport, Fiammetta Borsellino é stata accolta dal sindaco Gianluca Argellati, dal dirigente dell’I.C. Valnure Alberto Mariani, dal Capitano dei Carabinieri Laura Crimaldi, dalla docente Chiara Anselmi che ha coordinato l’incontro.

Presenti anche gli assessori del Comune di Vigolzone Michele Bernardi, Lucia Serena, Ernesta Rigamonti e Giulio Borlenghi, con un presidio di sicurezza garantito dai carabinieri e dalla Polizia locale.

Ma i protagonisti veri sono stati loro, i ragazzi della scuola primaria (solo le quinte) e secondaria, accompagnati dai docenti.

UNA STORIA DI DOLORE E DI AMORE “Un atto d’amore, per consegnare una terra migliore alle generazioni che sarebbero venute dopo di lui, consapevole del fatto che non avrebbe visto i frutti del suo sacrificio” Appassionata e diretta Fiammetta Borsellino ha ricordato il coraggio e la paura di suo padre nel periodo precedente la strage di via D’Amelio, la consapevolezza di quanto sarebbe accaduto, la sua determinazione, mai incrinata, a portare avanti comunque il suo progetto di legalità “Mio padre, come anche Giovanni Falcone, era nato in un quartiere povero di Palermo; conosceva bene la mafia e il suo insinuarsi tra i giovani. E sapeva bene quanto fosse importante scegliere da che parte stare, già da piccoli. Ecco perché il suo progetto passa anche dalle scuole, dai giovani – ha ribadito Fiammetta- Certo la scuola può fare tanto, a partire dalla divulgazione di un messaggio che deve arrivare forte ai ragazzi e alle ragazze: la mafia li avvicina, li convince con guadagni facili, li assolda tra le sue fila, ma una scelta diversa é possibile, il cambiamento é possibile e il giorno in cui le giovani generazioni negheranno il consenso a questa forma di criminalità, la mafia sparirà.”

LA MAFIA RIGUARDA TUTTI, SERVE IL CORAGGIO DEL CAMBIAMENTO “La mafia non riguarda solo il Sud, ma é ovunque. E soprattutto riguarda tutti-ha ricordato Fiammetta Borsellino- Anche i comportamenti di chi vede, sa e si gira dall’altra parte, contribuiscono alla sua diffusione. Per combatterla non bisogna fare per forza il magistrato o il carabiniere, qualunque lavoro, se svolto nella legalità e con onestà, può contribuire a contrastare la sua diffusione.” E ancora “Vivere i territori é importante, rivalutando la dimensione della comunità; un fare squadra a sostegno delle forze dell’ordine e delle istituzioni, con una scelta che porti verso un cambiamento”

E proprio in questa direzione, alla presenza di Fiammetta Borsellino, é stato inaugurato il Murale della Legalità presso la sede del Comune di Vigolzone, l’opera  realizzata dall’artista piacentino Fabio Guarino che ricorderà questa giornata valorizzandone i contenuti; così come lo farà, nutrita anche idealmente da quanto sedimentato nei ragazzi, la Talea dell’albero Falcone, piantumata all’interno del progetto “Un albero per il futuro”.

PAOLO BORSELLINO UOMO E PADRE E sono le domande dei ragazzi della scuola che riportano spesso il filo del racconto di Fiammetta Borsellino alla dimensione familiare, riservata ma quanto mai importante per descrivere il profilo del magistrato ucciso dalla mafia “Mio padre era un uomo allegro, amava la sua famiglia, dedicava più tempo possibile a noi figli, anche nei periodi di lavoro intenso, come quello del maxi processo; ma soprattutto, pensando a me e ai miei fratelli, ci ha lasciati vivere, senza limitazioni che potevano anche essere legittime; ha cercato di non privarci di una normalità nella quotidianità, nonostante il clima di tensione e pericolo che indirettamente coinvolgeva tutti noi.”

LE DOMANDE DEI RAGAZZI, SPONTANEE E VERE Preparati dai docenti, con la lettura del libro “Paolo sono” di Alex Corlazzoli, gli studenti della scuola di Vigolzone hanno elaborato domande del tutto personali, in modo spontaneo, nello spirito dell’incontro. Molti si sono soffermati sull’emozione di quella tragica giornata, a Palermo, il 19 luglio 1992.

“Dov’era lei quando suo padre é stato ucciso? Come ha avuto la notizia? Come é riuscita a superare il dolore di quella perdita? Quale é il ricordo più bello della vita con suo padre?”

E poi curiosità e valutazioni su quanto ascoltato a proposito di mafia e legalità. Non é facile tenere viva l’attenzione di ragazzi di età tra i 10 e i 14 anni per oltre un’ora e su un tema tanto delicato. Fiammetta Borsellino ci é riuscita; impegnata da tempo nel portare avanti con l’informazione e la divulgazione nelle scuole il progetto di suo padre, é entrata immediatamente in empatia anche con gli studenti di Vigolzone. Nelle osservazioni raccolte come feedback, dopo l’incontro, i ragazzi hanno raccontato di essere stati colpiti soprattutto dalla serenità con cui la protagonista della giornata ha condiviso ricordi tanto dolorosi della sua vita. Nessuna autocommiserazione, ma tanta forza, tanto coraggio nel portare avanti un’idea che non é morta con Borsellino, né con Falcone, né con tutti i rappresentati dello Stato e delle Forze dell’Ordine uccisi in questi decenni dalla mafia. Un messaggio che, anzi, proprio da questi sacrifici ha attinto e attinge ancora energia positiva per un futuro diverso.